Nel periodo fascista, non c’erano leggi a vietare i bordelli: si apriva alle 10 del mattino, si chiudeva per pranzo o cena, per riprendere sino a mezzanotte a Milano e all’una a Roma.
All’interno, gli uomini venivano adocchiati dalle prostitute, che cercavano di accaparrarsi quello che sembrava il più ricco.
Catturato il cliente, lo portavano in camera, dove si contrattava il tempo e la spesa del servizio.
TA
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